Un film delicato, sospirato, calmo e graduale. L’ultima opera (a mio parere eccelsa) di Céline Sciamma, scandaglia ogni forma cinematografica attuale e riprendere le origini filmiche in cui il tempo della visione è dilatato e la fruizioni di immagini perfette e sapientemente ricreate, vengono decantate e assaporate finemente.
In questa pellicola tutta al femminile e femminista emergono immagini forti, definite e di grande contrasto fra di loro; i corpi sono immersi nell’ambiente e ne rappresentano ed esaltano l’essenza più pura del piacere di innamorarsi e la devozione all’arte come musa ispiratrice.
Nonostante sia composto e girato da donne questo film non rimane legato alla donna fino a se stessa bensì si amplia alla scoperta dell’arte, la quale accompagna delicatamente, pennellata dopo pennellata, questo evolversi di emozioni contrastanti e forti provate dalle protagoniste. La passione e l’amore profondo, quello che ti rapisce fino alle viscere emerge sempre più deciso vino a trovare un tripudio maestoso negli sguardi di Marianne ed Héloïse che ritrovano l’una nell’altra una spiaggia sicura e protetta dal mare in tempesta.
La composizione armonica delle immagine e la delicatezza dei piccoli dialoghi porta nello spettatore un’emozione che cresce educatamente e silenziosamente in un tripudio di sguardi , sospiri eccitati ed ambienti maestosi.
Quello che emerge dalla visione di questa opera è la sensazione di essere parte della storia percependosi però lontano ed estraniato da quell’intimità che prende forma, si sfiora e si accarezza arrivando all’apice di massimo amore quando si “incontrano” più volte dopo il loro ultimo contatto. Un gioco romantico e mai scontato che evidenzia ogni manifestazione d’affetto puro come una vera e propria liberazione della propria essenza.
L’essenza anche degli elementi come il fuoco che avvolge le scene di passione, così come il mare nel suo massimo potere protegge quell’amore nascosto che non vedrai mai la fine.
Magico ed onirico è la scena del coro delle donne attorno a quello stesso fuoco che infuoca l’ardore sopito e non più reprimibile dalle protagoniste: la loro voce corale ed armonica parte dalle radici più profonde della Madre Terra sino ad esplodersi ed elevarsi alla vita e richiamo alle divinità. Fortissimo richiamo alle nostre origini più lontane.
La mente lentamente vacilla a favore delle emozioni che risiedono nel grembo, lo stesso che accoglie e rifiuta ciò che sta vibrando nel profondo del nostro essere. Un essere complesso che vuole cadere continuamente dal precipizio (Orfeo e Euridice) del tormento e giudizio. Corpi che in questo film corrono via da ciò che più vorrebbero avere fra le mani per paura di assaporare quei frutti dai sapori vivi e vibranti, riempiendo così le proprie labbra di quell’amore che vuole uscire, vuole prendere forma come un quadro con la sua pittrice.
un film da vedere, per ristabilire ciò che il cuore ha perso e la vista ha dimenticato.
Risultati ottenuti da questo film:
Migliore sceneggiatura al Festival di Cannes, Migliore sceneggiatura agli European Film Award e candidata alla Migliore sceneggiatura ai Golden Globes.
Nel luglio 2019 il sito IndieWire.com posiziona il film al quarantatreesimo posto dei migliori cento film del decennio 2010-2019, mentre nel Dicembre dello stesso anno, il critico David Ehrlich, che lavora per lo stesso sito, lo posiziona al primo posto dei migliori film del 2019.
eee puff oggi new year’s eve mi arriva la notifica del tuo blog…wow! #ciclicamente #makeawish #ruli
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nuovo anno ma vecchie abitudini ahahah
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