Un saloon in vecchio stile, il silenzio ricrea un atmosfera di rebus fra le pareti in legno e i tavolini ormai polverosi. Una breccia di luce, fuoriesce dai vetri di una finestra un po’ rotta e si ferma sul bancone di quel antico bar; s’ ode solo il flebile respiro di un uomo stanco. È seduto su di un piccolo sgabello, ormai logorato dal tempo, appoggiato al banco freddo e anch’esso rovinato, la sua mano tiene un bicchierino che dal forte odore pare Tequila. Il suo sguardo è assorto da pensieri che gli fan corrucciare il viso, che un po’ trascurato non bada a far vedere i segni del tempo. Giocherella con le dita sulla gamba destra mentre con l’altra mano tiene ben saldo quel bicchierino, che guarda con occhi di chi non sente solamente stanco ma è sfiancato dalla solitudine che gli fa da ombra assidua.
Non c’era nessuno, tutti erano accorsi a vedere un combattimento fra tori, in un paese poco più lontano da lì, era un evento unico da vedersi; neppure il barista era rimasto nel locale, lasciandolo aperto lasciando solo quel uomo.
Fuori il sole continuava a picchiare sul suolo sacro che aveva visto passare carri con cavalli e mandrie di persone, neppure gli uccelli fanno la grazia di passare e lasciare con il loro battito d’ali una ventata di vitalità. L’uomo era ancora lì accasciato e accaldato per la temperatura che rifletteva e trastullava il bicchierino senza bere. Ad un certo punto l’atmosfera cambiò tutto d’un tratto, il cielo si annuvolo diminuendo la forte calura, si alzo un leggero sospiro di vento che fece alzare un po’ di terra. Il gallo che segnava il vento, sulla fattoria in fondo al viale, girò all’impazzata senza cercare una metà precisa. Dei passi incerti si avvicinavano verso l’unico saloon che era rimasto incustodito in quel momento. L’uomo percepiva che stava accadendo qualcosa ma non batté ciglio.
Le ante dell’ingresso si aprirono tutto d’un tratto provocando un interesse in lui, si voltò di scatto. Il bagliore del sole gli impediva di mettere a fuoco, ma riuscì a delineare la figura della persona che pareva fosse quella d’una donna. La sconosciuta avanzò senza pericolo e si sedette accanto all’uomo che la osservava senza troppo esagerare. Lunghi capelli neri come la pece, una pelle liscia, un viso dolce segnato da due occhi che sembravano pepite d’oro; stretta in una camiciola legata sotto il seno si scopriva il corpo non troppo asciutto e dal colore caramellato; una gonna non troppo lunga con dei fronzoli evidenziava le curve sensuali di una inesplorata giovane donna. Infine stivali texani le facevano da padrone ad una figura che già aveva predominato l’interesse dell’unico presente in sala. Si guardarono per un attimo, il tempo di capirsi e si girò vero il suo tequila. La ragazza gli prese la mano e lo fece alzare portandolo in mezzo alla sala, l’uomo era un po’ stranito da quella novità che aveva le stesse sembianze di una dea. Lei senza neanche parlargli incomincio a ballare, senza che ci fosse la musica, l’avrebbero creata loro la melodia, con i loro movimenti.
L’uomo che era attratto da lei in un modo quasi scioccante si avvicino di più a quel suo corpo prezioso e si mise a ballare con lei. Del tutto stranito da ciò che stava accadendo. Passi decisi, braccia che si dividevano ed univano in sincronia, erano sulla stessa lunghezza d’onda, non si erano mai visti e neppure conosciuti ma entrambe sapevano come comportarsi. Le pulsazioni aumentavano all’avanzare delle mosse che erano sempre più pronunciate; lui le mise una mano dietro alla nuca, per farla ruotare dolcemente, a questo chiuse gli occhi abbandonandosi alle mani possenti di lui.
Una gracile mano sfiorò il petto muscoloso che l’uomo si era creato con tanto lavoro…ed in quel momento fra i due accade qualcosa.
ALLA PROSSIMA PUNTATA….
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